Tra intuizione, esplorazione sul campo e complicità
Spesso si pensa che un itinerario su misura sia solo una questione di “dritte giuste”, di Google Maps e di indirizzi alla moda. Ma la realtà è molto più ricca, più sensibile, più artigianale. Dietro ogni proposta ci sono ore di esplorazione, taccuini scarabocchiati, esitazioni, colpi di fulmine…
E soprattutto c’è una persona: una travel designer che pensa a te, in ogni tappa.
Ecco cosa significa, in pratica.
Tutto parte da un’intuizione
Prima di tutto c’è un’impressione. Un dettaglio colto al volo. Un profumo in una stradina, un raggio di luce su una piazza dimenticata, un libro aperto alla pagina giusta.
Spesso, l’idea per un itinerario nasce senza preavviso. Può accadere mentre passeggio in un quartiere di Parigi, o leggendo un racconto di viaggio italiano dell’Ottocento.
Un buon itinerario non si crea su Excel o Canva. Nasce prima di tutto dall’intuizione che un luogo abbia qualcosa da dire a qualcuno.
Esploro, fotografo, annoto. Poi arriva il momento della composizione.
L’importanza del lavoro sul campo
È forse la fase più preziosa — e la più invisibile per chi viaggia. Vado di persona, provo, osservo, confronto.
Mi perdo apposta per scoprire. Mi fermo nei caffè a orari diversi. Ascolto le conversazioni, respiro l’atmosfera.
E soprattutto verifico se quello che voglio proporre è vivo, coerente, accessibile.
Un indirizzo può essere ottimo, ma se è rumoroso, impersonale o mal collegato, non farà parte di un itinerario “filigranato”.
Tutto ciò che consiglio è stato visto, vissuto, selezionato. Il mio criterio: che il luogo abbia un’anima — e che possa toccare la sensibilità giusta.
Comporre un viaggio come si racconta una storia
Creare un itinerario significa raccontare una storia. C’è un inizio, un crescendo, dei momenti di pausa, un culmine, una chiusura dolce. Penso ai viaggi come a racconti sensoriali ed emotivi.
A volte il filo conduttore è un’epoca (la Parigi letteraria degli anni Venti), a volte un’atmosfera (l’Italia segreta dei giardini e dei monasteri), a volte un bisogno interiore (ritrovarsi, prendersi una pausa, cambiare prospettiva).
Mi piace giocare con i contrasti: il lusso discreto e la semplicità poetica, luoghi iconici rivisitati in modo intimo e angoli segreti che sorprendono.
Un buon itinerario ha ritmo, equilibrio, fluidità. Lascia spazio all’imprevisto, ma senza mai disorientare.
L’ascolto, il vero lusso
Ogni viaggio inizia con l’ascolto. E intendo ascoltare davvero, al di là delle richieste scritte.
Spesso, chi si rivolge a me non sa esattamente cosa desidera. Mi dicono:
“Vorremmo un viaggio diverso… ma non sappiamo ancora come.”
Allora faccio domande. Su cosa amano fare la domenica. Sui ricordi di viaggio più belli. Su quello che vogliono evitare.
Piano piano, si delinea una trama.
Quello che amo di più del mio lavoro è quella complicità sottile che si crea, quando il viaggio diventa uno specchio gentile di chi sei.
Un mestiere umano in un mondo di algoritmi
Oggi tutti abbiamo accesso agli stessi indirizzi su Instagram, agli stessi elenchi su TripAdvisor, agli stessi alberghi su Booking. Eppure pochi vivono un vero viaggio su misura.
Perché?
Perché l’unicità non si automatizza. Si coltiva nella relazione.
Con In Filigrana, non propongo viaggi “ottimizzati” al minuto. Propongo viaggi respirabili, che lasciano spazio all’emozione, alla scoperta, alla libertà.
Il vero lusso non è fare il massimo.
È vivere un momento che ti assomiglia, in un luogo che ti parla.
Creare un itinerario su misura non è mettere insieme delle tappe.
È intrecciare fili invisibili tra i tuoi desideri, le mie intuizioni, e quei luoghi che meritano di essere vissuti diversamente.
Se anche tu sogni un viaggio pensato con cura, delicatezza e autenticità, scopri il mio approccio!