Oggi, prima di partire in vacanza, abbiamo tutti tendenza a voler anticipare tutto, magari per timore di perderci qualcosa o per evitare le brutte sorprese. Certo, con In Filigrana sono la prima a dire che un viaggio ben organizzato fa risparmiare tempo e stress, ma a forza di voler prevedere assolutamente tutto, fino nei minimi dettagli, si rischia di smarrire una parte essenziale del viaggio: la capacità di lasciarsi sorprendere!
Viaggiare in modo diverso
Per me, viaggiare in modo diverso significa riscoprire il piacere di non sapere tutto in anticipo. Lasciarsi portare, come dicono i francesi se laisser porter, è un modo per entrare davvero in contatto con i luoghi e con se stessi. Quando ci si perde, accade qualcosa di imprevisto e vitale: abbandoniamo il controllo e accogliemo la vita nella sua spontaneità.
È così che, per caso o per errore, ci si ritrova in un villaggio della Provenza dove un mercatino locale anima la piazza. A Roma, può bastare una deviazione per scoprire un vicolo nascosto, dove il tempo si è fermato (ah, la Via dei Ciancaleoni!).
Sono momenti che non si trovano su nessuna guida, ma che restano impressi più a lungo di qualsiasi monumento.


L’imprevisto per riscoprire la leggerezza
Imparare a lasciare spazio al caso è una forma di fiducia.
Accettare di non avere il controllo totale ci obbliga a rallentare, ad osservare, ad ascoltare. Non è facile laisser prise: implica accettare la propria vulnerabilità, il dubbio, ma è proprio in questo abbandono che si impara a conoscersi meglio e ad apprezzare il mondo con relatività.
Spesso da un contrattempo nasce un incontro inatteso, una conversazione, un ricordo che diventa il cuore stesso del viaggio. È la filosofia dello slow travel: il viaggio non come consumo di esperienze, ma come spazio di libertà e di consapevolezza.
La curiosità come bussola
Perdersi davvero significa riattivare la curiosità. Camminare seguendo un suono, un odore. La curiosità è la nostra bussola più antica. Ci invita a esplorare senza meta, a guardare il mondo con meraviglia.
Due esempi? Passeggiare per la Rue Montorgueil a Parigi seguendo la musica che arriva da una finestra ; o camminare tra i vicoli del Rione Monti a Roma, dove il profumo di pane caldo appena sfornato ci invita ad entrare nel forno in Via dei Serpenti.

Tips per riconoscere “a naso” i luoghi da esplorare
Lasciati attirare da un dettaglio – una vetrina insolita, una strada alberata, una voce che canta, un cortile fiorito, l’odore del caffè o del mare. Ogni indizio sensoriale può diventare un invito a deviare dall’itinerario stabilito e a vivere un piccolo fuori rotta.
Segui il tuo istinto!
La curiosità è quindi una qualità che non si improvvisa: si coltiva, si affina e ci accompagna ben prima di partire.

Coltivare la curiosità prima di partire
Il viaggio comincia prima di partire.
La curiosità non nasce sul posto, ma si esercita nella vita quotidiana. Per esempio, si può iniziare osservando il proprio quartiere con occhi di viaggiatore: un mercato, una strada che non si percorre mai, un volto sconosciuto.
Leggere, ascoltare, guardare. Non si tratta di anticipare, ma preparare lo sguardo.
Il segreto è lasciare spazio alla sorpresa, evitare di saturare il programma con troppe tappe, e concedersi momenti “vuoti” da riempire con ciò che capita sul momento.
Questo è anche un modo per accogliere l’incertezza con più serenità.

Il bello dell’imprevisto dietro l’angolo
Qualche tempo fa, mentre ero ferma davanti alla vetrina di un café nel Marais per scattare qualche foto, nel mio campo visivo è apparso all’improvviso questo scooter.
Dietro, un cane con gli occhiali da sole, perfettamente a suo agio nel traffico parigino, con quell’aria un po’ blasée e irresistibilmente “cool”. La scena è durata pochi secondi, ma ho avuto il tempo di immortalarla.
Mi piace pensare che sia accaduto proprio perché avevo deciso di perdermi tra i vicoli, senza meta, camminando lentamente e lasciando che la vita parigina mi sorprendesse. È proprio in questi momenti che si manifesta il bello dell’imprevisto: quando ci si ferma a osservare, il mondo rivela la sua tutta la sua poesia.
Vincere la paura dell’incertezza
L’incertezza è ciò che dà sapore al viaggio.
Cercare di eliminarla è un’illusione: molto meglio imparare a conviverci!
Si può ridurre l’ansia accettando l’imprevisto come parte integrante dell’esperienza.
Alcuni accorgimenti ti aiuteranno a sentirti più tranquillo:
- Lasciare un buon margine di tempo tra due attività.
- Imparare alcune parole della lingua locale per sentirsi meno “persi”.
- Scegliere un primo punto d’appoggio (un café, un mercato, una libreria) da cui esplorare i dintorni.
- Ricordare che non tutto deve “servire” o “valere la pena”: anche un errore di percorso è un racconto da portare a casa.
In Filigrana accompagna proprio in questo equilibrio: un quadro di riferimento solido, dentro cui poter improvvisare con fiducia.
Ispirare senza limitare
La pianificazione di viaggio secondo In Filigrana.
Il mio lavoro di creatrice di viaggi personalizzati consiste nell’aiutare i miei clienti a trovare le prestazioni giuste per loro, a pianificare e rendere il loro viaggio più fluido e piacevole. Il mio è un supporto concreto per le ricerche, la selezione di itinerari e di esperienze, ma con una filosofia precisa: darti uno spunto e metterti sulla strada giusta. Poi sta a te di realizzare il viaggio che desideri.
L’obiettivo non è costruire un percorso chiuso, ma aprire possibilità, lasciare spazio all’imprevisto e alla libertà del viaggiatore. Come recita il motto di In Filigrana, il viaggio comincia prima di partire: accompagnare significa preparare il terreno perché il viaggiatore possa vivere l’imprevisto con fiducia e curiosità, a modo suo.
Credo che perdersi ogni tanto sia un modo di riconnettersi al mondo e a se stessi. In un quotidiano che esige sempre più efficienza e produttività, perdersi e lasciarsi portare dal caso è un atto di resistenza!
Per ispirazione, leggi anche l’articolo su come visitare Parigi in modalità flâneur.
In Filigrana ti invita a riscoprire questa libertà, perché a volte il ricordo più prezioso di un viaggio nasce proprio da una deviazione non prevista.










