Parigi ospita una mostra inedita dal 16 ottobre 2024 al 3 gennaio 2025 che esplora la figura del folle dal Medioevo al Romantiscismo, attraverso manoscritti illuminati, libri stampati, arazzi, sculture e molto altro.
C’est bien la pire folie que de vouloir être sage dans un monde de fous
Erasmo, Elogio della follia
“Figures du Fou”: una mostra sorprendente e immersiva
La mostra “Figures du Fou” al Louvre invita a scoprire come il folle sia diventato una figura centrale nell’arte europea, rappresentando tanto la ribellione quanto la fragilità umana.
È un viaggio tra simboli e significati che si sviluppa attraverso un’epoca di grandi cambiamenti, portando il visitatore a riflettere sul ruolo di questi personaggi, dal giullare di corte alla figura marginale e sovversiva.
Prenota: Figures du Fou : Louvre Paris, dal 16 ottobre 2024 al 3 gennaio 2025
Un percorso tra follia e marginalità
La mostra interroga la presenza diffusa dei folli nell’arte occidentale tra XIII e XVI secolo. Che ruolo avevano questi personaggi nell’immaginario collettivo? I folli divertono, ma sono anche portatori di critiche sociali e valori ribaltati, rappresentando il caos e la libertà.
Attraverso oltre trecento opere prestate dai musei di tutta Europa, il Louvre esplora come la figura del folle abbia accompagnato la transizione verso l’età moderna e sia stata ripresa dagli artisti come simbolo dei disordini del mondo.
Il percorso espositivo comincia ai “margini del mondo”, quando la figura del folle comincia a emergere nelle decorzioni sui margini dei manoscritti medievali (“marginalia“), e si espande fino a invadere la cultura visiva e sociale tra il XIV e il XV secolo.
MARGINALIA
Lo sapevi? I “marginalia” erano decorazioni e piccole illustrazioni inserite nei margini dei manoscritti medievali. Queste immagini, spesso molto elaborate e fantasiose, apparivano ai lati delle pagine o nelle sezioni inferiori, in genere a fianco del testo principale. I marginalia potevano essere sia motivi decorativi, come rami di piante e figure geometriche, sia vere e proprie scene con creature ibride, grottesche o personaggi umani e animali impegnati in attività surreali.
Attraverso scene di vita di corte e della città, si esplorano temi come “Le Fou et l’Amour”, “Le Fou et la Mort” e la presenza del folle nelle cerimonie e nei rituali pubblici.
La mostra regala una visione sfaccettata della follia: dal giullare di corte che sfida il potere con la sua irriverenza, alle raffigurazioni medievali del folle come simbolo di vanità e fragilità umana.
La follia dei re: Carlo VI e Giovanna di Castiglia
La follia non riguarda solo i giullari e gli emarginati, ma ha toccato anche figure di potere.
Carlo VI di Francia (1380-1422), noto come “Carlo il Folle”, governò durante uno dei periodi più caotici della storia francese, la Guerra dei Cent’Anni, con frequenti crisi che portarono il paese sull’orlo del collasso. Tuttavia, la monarchia riuscì a mantenersi in piedi, un esempio di come la follia potesse coesistere anche ai massimi livelli di potere.
Allo stesso modo, Giovanna di Castiglia, detta “la Pazza”, fu confinata per la sua presunta follia dopo la morte del marito il re Filippo il Bello nel 1506, mostrando come la malattia mentale fosse usata per giustificare la perdita di autorità. Queste storie arricchiscono la mostra con un’analisi su come la follia abbia influito sulle dinamiche politiche e sociali.
Messa a dura prova, la monarchia francese riuscì a sopravvivere grazie anche all’organizzazione della corte e alla resilienza dei suoi consiglieri.
Prenota: Figures du Fou : Louvre Paris, dal 16 ottobre 2024 al 3 gennaio 2025
La follia nell’arte e nella letteratura
La mostra permette anche di evocare figure letterarie come Lady Macbeth, la cui ossessione per il potere e il senso di colpa la portano a una forma di follia autodistruttiva, un tema ripreso nelle arti, soprattutto in epoca romantica, come simbolo dell’ambizione sfrenata e delle sue conseguenze.
Le chimere di Notre Dame, anch’esse presenti in mostra, rappresentano un altro esempio di come la follia e il grottesco siano stati elementi centrali nella cultura visiva medievale. Queste creature scolpite, con i loro sguardi inquietanti e le pose fantastiche, incarneranno per sempre l’anima inquieta e surreale della Parigi gotica.
Dai margini al centro: il folle tra corti e città
Il folle, inizialmente figura marginale, diventa onnipresente nella cultura medievale, sia nelle corti che nelle città.
Se alla corte era sia intrattenitore che critico del potere, nel contesto urbano il folle divenne protagonista delle feste popolari, dei carnevali e dei riti collettivi, sfidando l’ordine costituito.
Alla fine del Medioevo, l’immagine del folle che nasce da un uovo è molto corrente. Questo ritratto del Cinqiecento è senza dubbio un’ottima sintesi della concezione che si aveva all’epoca del folle: il ritratto in sé, l’uovo rotto e il bastone (“marotte” in francese) nella mano sinistra a simbolo del suo narcisismo e della sua ignoranza.
I giullari erano spesso rappresentati con un copricapo con orecchie d’asino e un bastone (“marotte“). Le orecchie d’asino rappresentano la follia e l’insensatezza. Il bastone, spesso adornato con una testa simile al giullare stesso, simboleggia il suo ruolo di specchio deformato della realtà e del potere, in grado di esprimere verità scomode attraverso la satira e la provocazione.
Ritratto di Claus Narr (Narr vuol dire buffone in tedesco) il buffone di corte più famoso dei paesi germanici nel XVI secolo. Nonostante la sua apparenza grottesca e inquietante, Claus Narr influenzava di fatto le decisioni politiche del re. Evidente è il valore dei giullari come commentatori sociali, figure che pur nella loro follia potevano esercitare un’influenza significativa e affrontare questioni delicate con umorismo e acutezza.
I colori della follia: dai giullari medievali al Joker contemporaneo
I giullari di corte indossavano generalmente abiti dai colori sgargianti, con un profondo significato simbolico. I colori principali erano il giallo, il rosso, e il verde, tutti scelti con cura per rappresentare la sua natura imprevedibile e trasgressiva.
Il giallo era ambivalente: poteva rappresentare la luce, ma anche l’inganno (era il colore del tradimento, come associato a Giuda nelle rappresentazioni cristiane). Il rosso simbolo di passione e irriverenza, era una chiara dichiarazione di vitalità, ma anche di pericolo e ribellione, e il verde, talvolta visibile nei dettagli, poteva rappresentare il legame con la natura o il lato imprevedibile e caotico del giullare.
La combinazione di questi colori creava una figura che, visivamente, comunicava l’essenza del giullare: uno che diverte e al tempo stesso sfida, un personaggio ai margini, che offre una visione alternativa del mondo e della società.
Questa simbologia del colore è tuttora vivida e viene utilizzata anche nella cultura pop moderna per rappresentare figure altrettanto trasgressive e ambigue.
Pensiamo ad esempio agli iconici e inquietanti personaggi di Joker e Harley Queen nei fumetti e i film dedicati a Batman.
Anche in Joker il colore diventa un linguaggio per esprimere la sua dualità: la capacità di attrarre e respingere, di far ridere e al contempo spaventare. In questo modo, il personaggio del Joker, come i giullari di un tempo, utilizza l’irriverenza, la teatralità e il caos per sfidare le norme sociali, incantando e destabilizzando il pubblico.
I pazzi sono ovunque. Ma i pazzi di ieri sono i pazzi di oggi?
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Col passare dei secoli, dalla fine del Medioevo e con l’avvento dell’Illuminismo, la figura del folle si trasforma, e con essa anche il suo significato culturale.
La mostra illustra bene questo cambiamento, mostrando come la follia, da elemento centrale della cultura popolare, abbia subito un’eclissi durante l’epoca dell’Illuminismo, per poi riemergere nel Romanticismo con un nuovo significato simbolico, tra le inquietudini della modernità e l’invenzione della psichiatria nei primi anni dell’Ottocento.
A titolo di esempio, questo dipinto gigante che occupa tutta una parete illustra perfettamente questo momento cruciale: nel 1795, Pinel, pioniere della psichiatria moderna, introdusse un trattamento più umano per le persone con disturbi mentali, liberando le pazienti dalle catene e promuovendo metodi basati sulla comprensione e sul dialogo.
Scopri Parigi attraverso il suo folklore
Visitare la mostra “Figures du Fou” non è solo un’opportunità per immergersi nella storia della follia, ma anche un modo per conoscere Parigi sotto una luce nuova, lontana dai soliti percorsi turistici.
Appoggiandomi alle mie competenze in antropologia culturale, posso aiutarti a immaginare un viaggio che non sia solo una lista di luoghi da vedere, ma un’esperienza immersiva, in cui ogni angolo di Parigi racconta una storia diversa.
Un’esperienza su misura: rallenta e assapora la cultura
La mostra “Figures du Fou” è solo un esempio di ciò che Parigi può offrire a chi è disposto ad andare oltre la superficie.
Organizzare il tuo viaggio con In Filigrana significa avere la possibilità di scegliere un tema in particolare, come per esempio quello del folklore popolare, e costruire intorno ad esso un’intera esperienza. Potrai visitare i luoghi in cui i giullari intrattenevano la corte, scoprire la storia dei carnevali parigini e rilassarti nei giardini che ospitavano gli antichi riti popolari.
Rallenta il ritmo, prendi il tempo di esplorare i dettagli nascosti della città e lasciati ispirare dalla cultura locale, visitando non solo musei ma anche quartieri, mercati, vecchi caffè e luoghi meno conosciuti, dove la vera anima di Parigi si rivela.
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